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              In questo mondo di ladri 
               
               dei 
              fratelli Vanzina, musiche di Antonello Venditti, produzione     Cecchi 
              Gori 
              Marco 
              Giusti per Il Manifesto  
            L'Italia 
              comica dei truffatori che vengono truffati  
            La 
              prima volta che Antonello Venditti ha cantato «In questo mondo 
              di ladri» in tv lo ha fatto in uno show del sabato sera di 
              Rai 1 nel 1988 di fronte al direttore di Rai1 del tempo. Erano anni 
              di pieno craxismo, ma anche anni che vedevano attivissimo il rapporto 
              tra il vecchio Mario Cecchi Gori e la Rai. Quasi vent'anni dopo 
              l'appuntamento è a Palazzo Borghese, casa di Vittorio Cecchi 
              Gori, per l'anteprima di In questo mondo di ladri, commedia all'italiana 
              su truffe e truffati negli anni di oggi, diretto da Carlo Vanzina, 
              scritto insieme al fratello Enrico, a Piero De Bernardi e al più 
              giovane Claudio Pallottini, musiche, ovviamente di Antonello Venditti, 
              e distribuzione, ancora più ovviamente, della Medusa.
            Ora, 
              dobbiamo pensare che è solo un film, una commedia come ce 
              ne hanno offerte tante i Vanzina, con un buon cast di attori che 
              spazia da Carlo Buccirosso a Biagio Izzo a Enzo Iacchetti a Ricky 
              Tognazzi, che, insomma, il titolo e il tema delle truffe, siano 
              solo un caso. Ma dal 1988 a oggi non è che non sia successo 
              proprio niente. Come spiega all'inizio del film Ricky Tognazzi camuffato 
              da antennista milanese allo scrittore Nicola Pistoia che se lo vede 
              arrivare a casa in quel di piazza Duomo, di questi tempi è 
              meglio che la parabola si metta verso destra, visto che siamo nel 
              pieno del governo Berlusconi. Poco più in là un altro 
              personaggio del momento, un chirurgo estetico interpretato da Enzo Iacchetti, 
            se la prende addirittura con Bruno Vespa che lo ha rovinato 
              facendo parlare a Porta a porta un'attrice che si era ritrovata 
              il seno scoppiato in aereo dopo un suo intervento (la cosa accadde 
              davvero a René Simonsen, attrice vanziniana...). Perfino 
              un simpatico esercente napoletano, tal Nicola interpretato dal napoletano 
              Biagio Izzo, prima di trasformarsi nel fintissimo miliardario russo 
              Igor Rabbinovitch che traffica in calciatori, rivela che si è 
              rovinato perché ha osato lottare contro il dominio delle 
              multisale nella sua zona.  | 
             
                
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              Ma 
                  la sala che ci mostra è il romanissimo e vecchio cinema 
                  dei ferrovieri Universal, zona piazza Bologna, che ancora lotta 
                  eroicamente contro la multisala Mediaset Jolly. E, visto che 
                  il film ha qualche tempo morto, non possiamo non domandarci 
                  come abbia fatto Vittorio Cecchi Gori, che pure ha attraversato 
                  dei momenti molto neri, a non vendere a Mediaset la sua attivissima 
                  multisala del centro, l'Adriano, o perché Berlusconi 
                  stia cercando attualmente di vendere allo stato le sue sale... 
                  La cosa più divertente di In questo mondo di ladri è 
                  il continuo rimando alla realtà che i navigatissimi Vanzina 
                  cercano di farci intravedere o di nascondere troppo al punto 
                  da rendere il tutto ancora più evidente. Non dimentichiamo, 
                  poi, che questo non è solo il secondo film prodotto da 
                  Vittorio Cecchi Gori dopo la sua lunga crisi economica (e sportiva 
                  e sentimentale...), è anche il regalo che dedica alla 
                  sua fidanzata Valeria Marini: una commedia costruita tutta o 
                  quasi a sua misura. Così i Vanzina le fanno fare il ruolo 
                  della «gnoccona», della «donna facile», 
                  la sarda Monica Puddu, che dopo essere stata mollata dal suo 
                  ricco amante sposato si fingerà tal Maria Rossi, fidanzata 
                  del finto riccone russo Biagio Izzo, che darà il via 
                  a una megatruffa ai danni di una non meglio precisata banca 
                  milanese. | 
             
            
              
              
                
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            Anche se la maggior parte dei critici invitati all'anteprima mattutina 
            dormivano nelle poltrone di casa Cecchi Gori, anche se la Marini, 
            pur cultissima nella sua non-recitazione, spesso non regge né 
            il primissimo piano sul viso né sul fondoschiena, va detto 
            che il film, anche se manca della ricchezza comica romana delle ultime 
            opere dei Vanzina, il più potente La mandrakata e il più 
            sperimentale Barzellette, offre non pochi spunti di divertimento. 
            A cominciare dal recupero di Roberto Della Casa nel ruolo di un poliziotto, 
            dalla grande prova di Biagio Izzo nei panni del miliardario russo, 
            da Ricky Tognazzi che cerca di riprendere i toni paterni. Ma soprattutto 
            se si legge il film, nella sua sceneggiatura e nella sua messa in 
            scena, come piccolo tentativo per raccontare ( o evitare di raccontare) 
            le truffe e i truffati di un'Italia che, dal 1988 a oggi, i Vanzina, 
                  ma ancor di più Vittorio Cecchi Gori e il proprietario della 
            Medusa e di parte delle sale che ospiteranno il film conoscono più 
            che bene.  
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