In 
        breve 
        Il libro che sostituisce Il ciclo del postmoderno e conclude lo studio 
        sulla ricerca artistica della seconda metà del Novecento iniziato 
        con i primi due volumi di Informale, Oggetto, Comportamento.  
        Il libro 
        Questo volume fa seguito ai due precedenti che, con il titolo complessivo 
        di Informale, Oggetto, Comportamento, accompagnavano la ricerca artistica 
        internazionale lungo gli anni ’50 e ’60, fino all’esplosione 
        della congiuntura del ’68 fondata sul binomio concetto-comportamento 
        e sul superamento delle tecniche artistiche tradizionali. Era poi seguito 
        un terzo volume dal titolo Il ciclo del postmoderno, relativo agli anni 
        ’70 e ’80, che questo nuovo libro integra e sostituisce, con 
        un diverso criterio analitico ed espositivo. Prima e dopo il 2000 svolge 
        un discorso continuo, non frammentato, seppure essenziale e sintetico, 
        sui fatti esaminati: emerge così una robusta griglia interpretativa 
        del trentennio alle nostre spalle. Vi si dà conto della fase “implosiva”, 
        quasi un nuovo “richiamo all’ordine”, che negli anni 
        ’70 e primi ’80 seguì all’esplosione dell’extra-artistico. 
        Si assiste quindi al ristabilirsi di un clima di avanguardie “dure 
        e pure”, mediante riprese del clima Pop-Op-Minimal, poi affidato 
        soprattutto al trinomio foto-video-parole. Si registra successivamente 
        l’apparire di una “koiné” dove tutti questi strumenti 
        vengono ricondotti sotto la cappa del postconcettuale. Ma si riscontra 
        anche una reazione di segno contrario, rivolta a recuperare i caratteri 
        sensibili-sensuosi del fare arte. Infine si dà atto delle due massime 
        novità con cui si apre il nostro secolo: l’avvento in forza 
        delle donne artiste e dei rappresentanti dei continenti extra-europei. 
        Ogni capitolo funge da contenitore che comprende un gran numero di protagonisti, 
        praticamente tutti quanti hanno raggiunto un qualche successo nel periodo 
        esaminato, senza rinunciare a un giudizio di valore.  
       Renato 
        Barilli, nato a Bologna nel 1935, docente di Fenomenologia degli 
        stili all’Università di Bologna. È autore di numerosi 
        volumi di estetica, fra cui: Corso di estetica (il Mulino 1989, 1995) 
        e Corso di retorica (Mondadori 1995); di critica letteraria, fra cui studi 
        su Pascoli, Pirandello, Svevo, D’Annunzio, la neoavanguardia; e 
        di critica d’arte.  
         
         
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