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              Trentacinque milioni di dosi di vaccino, antivirali per un valore 
              di 50 milioni di euro, e poi rafforzamento dei carabinieri dei Nas, 
              dei servizi veterinari e istituzione di un dipartimento per la sanità 
              veterinaria e di un centro di coordinamento per le malattie animali. 
              Allertata ma non allarmata, l’Italia vara il piano di prevenzione 
              per sbarrare la strada all’H5N1, il virus dei polli che dal 
              2003 ha già ucciso 64 persone in Asia. Il decreto anti-influenza 
              è stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri, lo ha 
              annunciato lo stesso Berlusconi sottolineando come, grazie al provvedimento, 
              il nostro Paese abbia ricevuto gli apprezzamenti dell’Oms 
              e sia adesso «in testa nel mondo» per la prevenzione 
              di una eventuale pandemia. Allerta ma non allarmismo. È questo 
              lo slogan di Storace convinto che l’arrivo del virus sia solo 
              questione di tempo ma che «il rischio è grande solo 
              se un Paese non fa nulla». «Dobbiamo essere pronti per 
              quando scatterà l’emergenza - ha detto - ma parlare 
              di milioni di contagi e morti è senza fondamento; ciò 
              accadrebbe - ha detto Storace - se non si facesse nulla e non è 
              il caso dell’Italia, poiché il Paese si sta preparando». 
              Vediamo come. I controlli. Il primo sbarramento è nel sistema 
              dei controlli: per potenziarli, verranno assunti circa 60 medici 
              veterinari e 50 operatori esperti nell’assistenza e nelle 
              prevenzione; i Nas, Nucleo antisofisticazione dei carabinieri, verranno 
              rafforzati con altre 96 unità per permettere maggiore sorveglianza 
              alle frontiere sulla carne e il pollame di importazione e per prevenire 
              l’ingresso nel Paese di alimenti animali clandestini. I farmaci. 
              Il decreto ha previsto anche lo stanziamento di 50 milioni di euro 
              per l’acquisto di farmaci antivirali - dei quali 500mila euro 
              saranno destinati, come ha proposto il ministro per gli Esteri Fini, 
              ai cittadini italiani che vivono nel sud-est asiatico - a carico 
              dello stato e delle regioni rispettivamente in misura del 10 per 
              cento. I vaccini. Sono trentacinque milioni le dosi di vaccino - 
              diversi laboratori stanno lavorando per cercare di isolare il virus 
              H5N1 e fabbricarne uno in grado di bloccare il contagio dell’influenza 
              aviaria - che l’Italia si è già assicurata e 
              per le quali sono stati stanziati altri 5,5 milioni di euro. Serviranno 
              a coprire l’80% della popolazione: in caso di pandemia, ha 
              spiegato il ministro, vaccinazione e antivirali verranno subito 
              somministrati alle categorie maggiormente a rischio. Per proteggersi 
              dal contagio sarà utile anche il vaccino contro la normale 
              influenza invernale: l’obiettivo, ha sottolineato Storace, 
              è raggiungere il maggior numero di cittadini a partire dal 
              1 ottobre. La carne. Verso la metà di ottobre partirà 
              anche l’obbligo di etichettatura per le carni bianche che, 
              ad ulteriore garanzia del cittadino, informerà sulla provenienza 
              del prodotto. La cottura, comunque, ha ribadito il ministro, elimina 
              ogni rischio giacché il calore uccide il virus. I produttori. 
              Sì a maggiori controlli e alla prevenzione serrata, no all’allarmismo. 
              Le associazioni sono in sintonia con il ministro e definiscono il 
              decreto giusto e utile per ridurre ogni potenziale rischio anche 
              se, sostengono, gli allevamenti italiani sono sicuri. I timori, 
              semmai, riguardano le eventuali ricadute negative sul mercato che 
              spingono i produttori a chiedere una campagna informativa contro 
              gli inutili allarmismi. 
            17 settembre 
              2005  |