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            Cinema: Approvata la 
            riforma Urbani 
            
            Varato dal  
            consiglio dei ministri il decreto legislativo che riforma la 
            cinematografia. Ritorna nei film italiani la pubblicità "occulta", 
            proibita prima della riforma  
           
          
           La riforma 
          Urbani, unisce in un testo unico l’intera disciplina 
          sull’industria cinematografica. Il
          decreto legislativo varato 
          dal ministro Urbani riforma il finanziamento pubblico del 
          settore cinematografico italiano. Tra le norme  introduce 
          un nuovo sistema di valutazione per l’accesso ai finanziamenti 
          pubblici.  Il  Ministero per i Beni Culturali in una nota 
          chiarisce: è stato introdotto il
          "reference system"- 
          «esso supporterà le tradizionali commissioni nella scelta dei soggetti 
          e dei progetti meritevoli di finanziamento, privilegiando chi nel 
          recente passato ha prodotto cinema di qualità e cinema capace di 
          catalizzare l’attenzione del pubblico».   Il  "reference system" 
          dovrebbe servire a limitare le possibili ingerenze della politica nei  
          finanziamenti al cinema, "contrapponendo a possibili pregiudiziali di 
          tipo ideologico l’oggettività del curriculum professionale di chi 
          opera nel cinema". 
          
          
          Tutti i progetti verranno 
          ora valutati anche tenendo conto del curriculum del produttore e del 
          cast.  
          
          
          In merito alla 
          riforma che porta il suo nome, il ministro Urbani ha precisato -«Questa 
          passaggio non serve a favorire, come qualcuno temeva, i produttori più 
          ricchi, che evidentemente hanno già avuto dal mercato il proprio 
          riconoscimento. Piuttosto 
          serve ad agevolare i produttori più solidi dal punto di vista 
          artistico».  
          
          
          Tra  le altre novità 
          la legge, introduce  anche il "product placement",  la 
          possibilità di utilizzare nei film marchi commerciali, che 
          consentirebbero al il produttore ulteriori introiti pubblicitari.  
          Finora  questo era vietato in Italia ma consentito all’estero. 
          "Questa norma  significa - spiega la nota del Ministero - che 
          attualmente l’80% dei film visionati dagli spettatori italiani 
          contiene "product placement", ovvero messaggi pubblicitari inseriti 
          nei film di importazione. Da qui il 
          molteplice danno per il consumatore, per l’industria privata e per la 
          produzione cinematografica italiana» 
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