  | 
                Ci ha lasciato Massimo Girotti, un
            attore simbolo  del cinema
            italiano,           
            l' interprete di film memorabili di grandi maestri da  Luchino
            Visconti.a Vittorio De Sica ,a Roberto Rossellini,e Bernardo
                  Bertolucci.In febbraio uscirà l'ultimo suo film, La finestra di
            fronte di Ferzan Ozpetek .
             Aveva
            84 anni. Era nato a Mogliano, in provincia di Macerata. 
            Studente universitario a Roma.Grande sportivo,è stato campione di
            nuoto e di polo. Venne presto scelto dal
            cinema proprio  per
            la sua avvenenza.
             Alla laurea in ingegneria preferì la carriera di
            attore. E poco più che ventenne fu scritturato da Mario Soldati per
            il ruolo del "bello" nel film Dora Nelson, del '39.   | 
               
             
           | 
         
        
          
            
              
                | Con La corona di ferro, del 1941, di Alessandro
                  Blasetti,
            diventa un vero e proprio sex symbol. Da allora la carriera di
            Girotti fu inarrestabile. Luchino Visconti, nel 1943 lo volle in
            Ossessione, seguirono film con Giuseppe De Santis, Cacciatragica,
            Pietro Germi in In nome della legge, del 1949; Michelangelo
                  Antonioni, lo volle protagonista del suo primo film,Cronaca di un
            amore del 1950. E ancora Visconti, nel 1954 con Senso. E
            poi film di Lizzani, Bolognini, Pasolini, Teorema e Medea, e
            Bernardo Bertolucci,Ultimo tango a Parigi. | 
                  | 
               
             
           | 
         
        
          
            
              
                |                                                  
                  COSI' LO RICORDANO
             Carlo Lizzani: 
            'Il
            suo volto e la sua figura sono l'immagine del grande cinema italiano
            degli anni '40 e '50, da Blasetti ai grandi del dopoguerra'': 
            ''professionismo
            eccellente e scrupoloso di un grande attore, che è stato bravo
            anche a teatro: odiava il pressapochismo, per lui ogni battuta, ogni
            parola, doveva essere precisa e aver un senso nella sceneggiatura.
            Lo so anche per esperienza personale, avendolo diretto in I
            margini della metropoli''. 
            La
            bellezza fisica di Girotti in qualche caso ne aveva oscurato,
            ingiustamente, il talento che  era davvero notevole, come
            dimostrò con Visconti, De Santis, Antonioni e tanti altri''.  
            ''Commentavamo
            gli avvenimenti politici e culturali italiani e  lo avevo anche
            intervistato per il ritratto che ho realizzato su  Visconti.
            Negli ultimi tempi lo ricordo  molto felice per l'opportunità
            che gli aveva dato Ozpetek di  tornare ad un film di richiamo
            con La finestra di fronte. Non  che avesse bisogno di
            lavorare, ma per un grande attore stare  fermo era sempre
            doloroso. Ed è sintomatico che negli ultimi  anni fosse
            stato riscoperto proprio dai più giovani esponenti  del cinema
            italiano, da Benigni a Massimo Gugliemi a Ozpetek: probabilmente
            sentivano la sua  presenza nei loro film come una  specie di
            omaggio al grande cinema italiano del passato".
                   Walter Veltroni:
            ''Con Massimo Girotti se ne va un pezzo
            fondamentale del cinema e della cultura italiana. Girotti è
            stato un artista come pochi altri, in grado di stare al passo e
            addirittura avanti al tempo della sua lunga vita''.  
            ''Da Blasetti a Visconti da Germi e De Santis a
            Rossellini e Antonioni, Girotti  è riuscito a dare vita ad una
            galleria di straordinari personaggi che sono ben radicati nella
            memoria collettiva del paese. Girotti ha dimostrato la sua longevità
            artistica anche con registi più vicini al nostro tempo come
            Pasolini, Scola, Bertolucci, fino alle ultime interpretazioni
            dirette da Benigni e Ozpetek. Ai familiari di Massimo Girotti giunga
            il più sentito cordoglio da parte mia e dalla città di Roma''.
             
                  | 
               
             
           | 
         
        
           | 
         
        
           | 
         
        
           | 
         
       
     |